Per "rito gallicano" si intende, propriamente parlando, il complesso, non omogeneo, delle tradizioni liturgiche in uso nelle diocesi dell'Occidente latino, ed in particolare nell'area franco-spagnola, prima di Carlomagno[1]. Nell'età carolingia si assistette alla sostituzione di questi riti con quelli romani, tuttavia nel corso di questa generale rielaborazione alcuni elementi dell'usus antiquior delle Gallie approdarono nei nuovi messali, dando vita ad una sorta di liturgia romano-franca, ovvero ad una liturgia romana "gallicanizzata"[2].
Nella prassi l'espressione di "rito gallicano" risulta impiegata in modo ambiguo[2], solendo riferirsi tanto al rito gallicano primigenio (pre-carolingio), quanto alle liturgie romane rielaborate in ambito culturale carolingio e alle loro continuazioni successive in terra di Francia, alcune delle quali sopravvivono ancora oggi ma che hanno, in realtà, poco in comune con il rito gallicano vero e proprio[3][4].
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